giovedì 24 maggio 2012

Recensione: Huntress





"Huntress" è il prequel,  almeno per ora inedito in Italia, del primo romanzo di Malinda Lo, "Ash" (quest'ultimo, ricordiamo, tradotto e pubblicato anche in Italia, dalla Elliot Edizioni).
Lo specifica la copertina e lo specifica la stessa autrice in una breve nota introduttiva, e devo dire che probabilmente è un bene che si sia presa la briga di farlo, perché sennò di sicuro non avrei mai intuito il collegamento fra questo e quel libro! XD

Le differenze fra "Huntress" e "Ash", infatti, sono secondo me molto più rilevanti delle varie analogie che ovviamente corrono fra i due libri: non solo si modifica radicalmente l'ambientazione (le avventure narrate in "Huntress" hanno luogo molti secoli prima la vicenda raccontata nel primo libro; questo comporta, come ci spiega l'autrice stessa, che si svolgano "in un contesto culturale" molto differente), ma la stessa struttura, se vogliamo, della narrazione vera e propria: in primo luogo i punti di vista, pur privilegiando abbondantemente Kaede, in parte anche Taisin, si alternano fra vari personaggi, ampliando quindi la visuale tipicamente (e a volte claustrofobicamente) "intimista" ancorata al personaggio di "Ash", che non ci permetteva forse di entrare in bene in sintonia con altro personaggio al di fuori della stessa protagonista... e, in secondo luogo, penso si possa dire che cambia proprio, in un certo senso, la prospettiva con la quale siamo introdotti dentro la storia di queste due ragazze, Kaede e Taisin: perché Ash era la Cenerentola Moderna chiamata a scegliere fra il calore della vita (incarnata dal personaggio della Cacciatrice) e il gelo dell'Eterna Resa (l'Elfo malevolo e rompiscatole che le fa la posta da quando era bambina), in una dimensione proiettata quindi su un piano tutto personale; mentre Taisin e Kaede intraprendono un viaggio lunghissimo e denso di insidie ai confini del mondo conosciuto, per tentare di fare quello che prima o poi devono fare tutti gli eroi e tutte le eroine del fantasy, almeno una volta nella loro carriera: salvare il mondo conosciuto, magari innamorandosi e assaporando le gioie del primo amore lungo la strada.

La storia infatti comincia più o meno così: il mondo sta morendo. Strane creature vengono avvistate ai confini  che dividono il Regno degli Uomini dalla Terra dei Faery, un luogo  leggendario in cui nessun uomo ha più messo piede da generazioni; mentre il cielo è perennemente avvolto da una densa coltre di nubi che non lascia più filtrare il minimo spiraglio di luce e calore, neanche nel cuore di quella che una volta era l'estate. I campi inariditi hanno portato la fame nel Regno, che è sull'orlo di una pericolosa insurrezione seguita da inevitabile guerra civile.
Il Re e il Consiglio delle Sagge non sanno cosa fare. Nessuno lo sa. Finché la Faery Queen non manda un invito ufficiale a raggiungerla nella sua terra incantata, per rivelare agli sbigottiti mortali quale sia l'origine del misterioso male che affligge il mondo...
A intraprendere il viaggio saranno chiamate Taisin, giovane apprendista maga-saggia-sciamana dall'indole schiva e timidissima, e Kaede, nobile, ribelle e impulsiva, in fuga dai disegni di potere dei suoi genitori e alla costante ricerca del proprio posto e ruolo nel mondo.
Ma le ragazze ovviamente non partiranno da sole: con loro viaggeranno infatti lo sbarazzino Principe Con e le guardie Shae, Tali e Pol, tutti personaggi che (sebbene non è che alla fine gli si conceda poi tutto questo spazio), risultano immediatamente simpatici e a cui ci si affeziona tutto sommato piuttosto facilmente.

Consegue da queste premesse che l'elemento "fantasy" in senso proprio sia mooooolto più sviluppato e presente in "Huntress" di quanto non fosse in "Ash": in questo prequel, oltre ad una presenza molto più massiccia del Popolo Fatato (oltretutto gli Xi risultano comunque, pur nel loro immancabile manto di "splendosità glaciale", molto più umani e apprezzabili degli alieni faery di cui si narrava in "Ash": vedi il personaggio della Faery Queen, con il suo passato di cordoglio e segreti taciuti; il Cacciatore, visto come una figura paterna da Kaede, che si affeziona sinceramente a questi ragazzini provenienti dal Regno degli umani; o la stessa Elowen, per la quale penso proprio non si possa fare a meno di parteggiare un po' in alcune occasioni... ), infatti, troviamo incantesimi, scontri all'ultimo sangue con un branco di lupi sanguinari, neonati mostruosamente affamati, ninfe dei boschi, unicorni, epiche lotte per il ripristino dell'armonia cosmica (quest'ultimo tema, in modo particolare, declinato penso assecondando un'accentuata sensibilità orientale, piuttosto che occidentale...)
Colonne portanti e "motori" di innesco dell'azione principale sono i "consueti" (ma non per questo meno pertinenti e fondamentali) temi del Vero Amore (che sboccia, fra Kaede e Taisin, inarrestabile e accompagnato da una sana dose di adolescenziale carica ormonale, a quanto ho capito! XD) e dell'Amicizia Indissolubile, che lega tutti i partecipanti della spedizione.

"Huntress" mi ha personalmente incantato, regalandomi tante ore di totale e assoluto smarrimento nei boschi degli Xi, a Taninli e oltre, verso la fortezza di ghiaccio di colei che appartiene a entrambi i mondi, o forse a nessuno. Proprio come mi era già successo con "Ash", l'incanto si è spezzato a circa una ventina di pagine dalla fine: la Lo mi inciampa sempre nel finale, a quanto pare XD, perché anche questa volta ho avuto la fortissima sensazione che si trattasse del finale sbagliato, di una forzatura, che stride fortemente insomma con quanto l'autrice ci aveva già fatto sapere dei suoi personaggi e delle loro motivazioni... oltretutto, relegare Taisin in un angolino a fare la "fidanzata", mentre Kaede va a compiere gli ultimi passi che condurranno alla salvezza, o estrema dissoluzione, del mondo, mi è sembrata un'assurdità, specie dopo averci fatto seguire proprio attraverso i suoi occhi candidi e innocenti tanta parte del prodigioso viaggio dei nostri intrepidi eroi alla volta della città dei Faery...
Insomma, un finale che mi ha risvegliato forti perplessità; nell'ambito però sempre di una storia che mi ha coinvolto tantissimo, e divertito, e fatto emozionare, e che quindi non potrei che consigliare a tutti quei lettori o lettrici che avessero voglia di cimentarsi in una lettura in lingua originale, che fra l'altro non richiede secondo me un livello di conoscenza dell'inglese particolarmente alto, perché la sintassi è estremamente semplice (caratteristica questa del resto comune a moltissimi "young adult" di questo genere) e il vocabolario, per quanto suggestivo e mai ripetitivo, semplice e generalmente diretto! :)

Mi chiedo se "Huntress" verrà tradotto qui da noi in Italia, così come è stato tradotto "Ash", che comunque per quanto ne so è stato accolto benissimo dai lettori italiani... Me lo chiedo e lo spero di cuore, perché è un libro bello e ricco di cuore e densità di passione, che trasmette tutto l'incoraggiamento e la voglia di raccontare/raccontarsi di un'autrice che sa il fatto suo, e ha tutte le carte in regola per dimostrarlo al mondo intero e fare sempre meglio (solo sistemami questi finali, Malinda, per carità divina!! XD)


Giudizio personale: 8.5/10



Il prossimo libro della Lo, a ogni modo, uscirà quest'anno e si intitolerà "Adaptation"!

Ai Faery la nostra impavida autrice sostituirà questa volta gli Alieni, confezionando a quanto pare il suo primo libro ambientato nel nostro stesso mondo; io lo aspetto con molta curiosità: e infatti, che lo traducano in italiano oppure no, lo leggerò senz'altro!
A voi la copertina di "Adaptation", dunque, e a presto per la prossima recensione! :)





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